REALIZZARSI LAVORANDO: FONDAZIONE ET LABORA HA SPIEGATO COME SI FA

Pubblicato il 21 Febbraio 2019 Categoria:

Concludere il percorso di estetica nel lavoro, dando ai ragazzi gli strumenti per vivere con entusiasmo e passione la loro prima esperienza in azienda. Questo l’obiettivo del seminario “Il lavoro come desiderio di crescita umana”, svoltosi il 13 febbraio nella sede di Fondazione JAC a San Paolo d’Argon (BG) e organizzato da Fondazione Et Labora.

Una sessantina gli studenti presenti che, citando la direttrice della sede di Bergamo Roberta Bergamaschi, “ha rappresentato un rilancio delle tematiche svolte durante le lezioni”.

«Molti partecipanti dei corsi di meccanica, ITC e amministrazione hanno chiesto perché nei loro piani di studi si parlasse di estetica nel lavoro. Il motivo è che prima di essere lavoratori si deve essere persone soddisfatte e appassionate, in grado di lasciarsi alle spalle quella sfiducia che spesso emerge parlando con i ragazzi e che condiziona le prime esperienze professionali».

Per riuscirci il segreto è instaurare relazioni corrette con le persone (compagni o colleghi di lavoro) e valorizzare i propri talenti. Farlo, però, non è semplice; anzi, sono molti gli interrogativi su come centrare l’obiettivo.

IT’S EXPERIENCE

Queste domande sono state gli spunti di Francesco Napoli, direttore commerciale di Fondazione Et Labora, e di William Di Marco, Cmo di una delle principali compagnie assicurative del mondo, relatori del seminario. Il primo quesito ha riguardato i desideri dei ragazzi; cosa cercassero nella loro vita.

«Indipendenza, libertà, denaro sono tutte risposte valide, ma non spiegano i motivi per cui una persona si sveglia ogni mattina e fa quello che fa», ha esordito Francesco Napoli. «La motivazione nasce nell’intimo, deve essere la scintilla che dà il la a un percorso verso un desiderio, verso la realizzazione personale».

Realizzazione personale che è il successo a cui le persone devono ambire; successo non inteso come vittorie e trionfi, ma come un mix di fallimenti e sacrifici che costruiscono l’identità di una persona e di un lavoratore.

«Enzo Ferrari partì da un fienile, Henry Ford fallì sette volte prima di costruire il suo impero, il quattrocentista Derek Redmond è ricordato non per il suo successo iridato ma per il drammatico arrivo alle Olimpiadi di Barcellona 1992, quando tagliò il traguardo ultimo, scortato dal padre, a causa di uno strappo muscolare», ha elencato William Di Marco. «Storie diverse, ma accomunate dalla passione, dalla determinazione e dalla voglia dei protagonisti di perfezionarsi, trascinando con il loro carisma le persone».

INSIEME, PER ANDARE PIÙ LONTANO

Da soli non si va da nessuna parte, né nel mondo del lavoro né nella vita. Per questo motivo, i ragazzi hanno partecipato a un gioco a squadre in cui, uno alla volta, un tratto alla volta e senza parlare con i compagni, dovevano comporre un disegno: l’obiettivo era quello di lavorare in equipe, partendo dalle idee dell’altro, ma avendo la possibilità di modellarle, variarle o rafforzarle.

Un lavoro di team working che verrà richiesto sul posto di lavoro. E di cui, dopo il seminario, i presenti hanno maggior consapevolezza.

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